Ogni mese 3 dischi imperdibili scelti da Luca Impellizzeri per L’Eretico su Marte.
Fat Freddy’s Drop – BAYS (The Drop)
Vien da pensare che la vera abilità dei Drop stia nell’attingere a piene mani da qualsiasi cosa per poi shakerarla in salsa caraibico-zelandese, attenendosi allo stesso tempo a schemi rigidamente definiti e perfettamente collaudati. In BAYS, come al solito, sono presenti la calda ed elegante vocalità di Tamaira, l’ingegneria sonora notturna di Faiumu e le perfette rifiniture dei fiati. Certo, c’è del reggae-dub, e ce n’è anche parecchio, ma di certo in questo album c’è molto di più (la disco funk bella sciolta di Cortina Motors, il piglio minaccioso del singolo Razor). Tropicale.
Deafheaven – New Bermuda (Anti)
I Deafheaven si riconfermano la peculiarità per eccellenza del metallo odierno. New Bermuda alterna potenti sfuriate black/thrash a momenti di sapiente post-rock tra Slint e Deftones. Un interessantissimo alternarsi di tempesta e quiete, di gelo e calore capace di catapultare a mille all’ora verso grandi vette emozionali (vedi Luna). La formula sonora della band di Frisco è la prima a potersi definire senza esagerare post-metal. Vertiginoso.
St Germain – St Germain (Nonesuch)
Il disco omonimo del francese Navarre, che rompe un lungo digiuno discografico durato ben 15 anni, si prefigge chiaramente di resuscitare in chiave electro la tradizione roots-blues. Lo fece ai tempi Moby con Play, nonché lui stesso con il precedente Tourist, solo che St Germain non pesca da Chicago o dal Delta ma si spinge verso la fonte africana, tanto che il desert-blues maliano è senza dubbio la colonna portante del disco. Filoafricano.
Luca Impellizzeri